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Il diario ci racconta per intero quel che Greta fu, quel che pensò, quel che soffrì, le persone che amò, le delusioni dolorose che patì per amori traditi, le sue idiosincrasie, la sua cultura, la percezione finissima che aveva delle vicende della natura (le albe e i tramonti, le nebbie e il sole, l'estate che amava per il calore che la rigenerava, il canto degli uccelli che sull'aurora si raccontano delle loro aeree vicende...), lo strazio di figli mai nati che portò in sé come una ferita senza remissioni, la stessa complessità dei suoi sentimenti, l'odi et amo verso l'uomo che più di ogni altro l'accese d'amore e che la ripagò con la viltà, infine l'ininterrotta dolorosa altalena tra euforia e depressione: tutto questo è il libro di Greta, capace di riaccendere i ricordi in chi la conobbe, di arricchire noi, che qui ora scopriamo per la prima volta una compagna di viaggio, pur nella pena della sua fine.